Durante le vacanze di Natale siamo stati lontani da casa per raggiungere la mia famiglia d’origine.
Siamo stati via circa 6 giorni e sono stati giorni di regali e festa, eppure mio figlio più piccolo ha espresso più volte la mancanza dei nostri due cani che non ci avevano potuto accompagnare in questo viaggio.
Ha più volte chiesto quanto mancasse alla ripartenza perché aveva voglia di riabbracciarli in quanto gli mancavano moltissimo.
Quando mi trovo a essere testimone diretta di queste esperienze non posso che rimanere affascinata dal mistero che lega noi ai nostri animali e che mi porta ad interrogarmi sui significati di questi legami.
Gli animali di casa: parte integrante del nostro gruppo sociale
Ritengo, e Jacopo mio figlio mi dà certezza di questo, che i nostri amici animali siano a pieno titolo componenti della famiglia e che la loro vicinanza ci faccia bene, così come lo stare distanti ci induca senso di mancanza se non di sofferenza e sono altresì certa che tali emozioni siano reciproche. Quando i legami si fanno così intimi significa che abbiamo bisogno gli uni degli altri per stare bene e che questo stare bene abbia a che fare non con un bisogno utilitaristico quanto con un bisogno affettivo.
Jacopo questo lo esprime a pieno quando sente la mancanza di parte degli affetti di quella che considera la sua famiglia nonostante sia circondato da un clima natalizio festoso che include sorprese e regali.
Sembra non goderselo totalmente perchè gli manca parte del suo gruppo sociale, sembra che quella festa sia mancante di una parte o che non sia festa completa se non tutti i membri della famiglia possono goderne.
Questo aspetto è ben noto agli studi psicologici sull’interdipendenza che dicono che ci si sente più felici quando si fanno esperienze positive in compagnia di persone amiche rispetto a quando le si fa da soli, infatti in compagnia si attivano con maggiore intensità le aree legate al piacere. Stare vicini ai propri cari aumenta gli aspetti positivi delle esperienze piacevoli e diminuisce gli aspetti negativi delle esperienze spiacevoli.
È proprio questo il senso dell’interdipendenza: la vita migliora se la si condivide con i propri affetti. La dipendenza reciproca che si sviluppa all’interno dei legami affettivi nulla toglie o aggiunge ai propri limiti ma le capacità di tutti e il benessere di tutti aumenta se si sta vicini.
Gli studi sull’interdipendenza uomo-cane
Quello che finora le scienze psicologiche hanno studiato è l’interdipendenza nei legami tra umani, ancora nulla è stato studiato dell’interdipendenza tra animale uomo e animale cane. Di certo si è parlato della beneficialità che la relazione uomo-cane porta all’uomo ma di questa relazione non si parla ancora in termini di legame famigliare e ancora troppo poco si indaga sugli aspetti di reciprocità, ossia sui benefici o meno che induce nel cane.
Insomma, si parla ancora di questa relazione in termini a mio giudizio utilitaristici: ti senti solo? Prendi un cane. Hai figli piccoli? Prendi un cane che cresceranno meglio e più forti, anche le difese immunitarie sembrano rafforzarsi. Hai un figlio disabile? Prendi un cane, sicuramente gli farà bene. Hai genitori anziani? Prendigli un cane, li terrà in movimento e faranno amicizia con più facilità con altre persone.
Le relazioni affettive non hanno a che fare con l’utilità, se non che avere affetti sinceri e solidi ci fa sentire meglio nelle nostre vite ma se parliamo di affetti sinceri dobbiamo necessariamente interrogarci su come sta la controparte: cosa prova? Si sente soddisfatta da questa relazione? Si sente realizzata in questa relazione? Perché tutto ciò che non è reciproco non può essere considerato affetto. Quando si avrà forse l’irriverenza di pensare alla relazione con i nostri cani in questi termini allora necessariamente dovremmo parlarne in termini di interdipendenza e all’interno dei significati che vengono scritti nelle vite di ognuno dai legami portanti della vita.
Dott.ssa Federica Manunta