Prima di fare una diagnosi, un medico veterinario esperto in comportamento deve essere certo che sia stato garantito a quel determinato individuo il diritto al massimo delle proprie funzioni cognitive.
E’ per questo che inseriamo tutti i cuccioli, anche quelli che palesemente fanno fatica, all’interno di classi sociali divise per età e competenze, offrendo non un percorso standardizzato ma modulando le sedute ai bisogni educativi speciali che ogni soggetto richiede. Il gioco in questi incontri è parte predominante per l’enorme potenza cognitiva che possiede, per le emozioni positive che si sperimentano nell’esperienza stessa e che poi tracciano le memorie dell’esperienza appresa.
Quando ci si trova davanti ad un cane che è in difficoltà è necessario creare un ambiente adeguatamente strutturato a favore dell’apprendimento e dobbiamo facilitarlo nell’esperienza stessa. Potremmo finire così, oppure potremmo indagare sul perché sia in difficoltà e su dove risieda questa. Comprendere ci deve aiutare al fine di potenziare il sistema, lì dove serve affinché quel soggetto acquisisca autonomia rispetto alla facilitazione che avevamo inserito in precedenza.
Valuteremo anche la resistenza al cambiamento dandoci un’idea di gravità del problema ma questo non potrà non metterci davanti al suo diritto a essere aiutato.
Dott.ssa Federica Manunta