Anche l’ultima tappa di questo viaggio è stata raggiunta, la barca è in rada al sicuro da domenica ed io sono ancora qui con i piedi a mollo che mi guardo intorno.
Gennaio, quando questa avventura è iniziata, mi sembra lontanissimo e ciò che eravamo allora già non lo siamo più; persino la barca è cambiata durante il tragitto, sembra essersi fatta più spaziosa e accogliente al suo interno senza nascondere qualche ammaccatura che ha riportato e da dover sistemare; dà l’impressione di essersi fatta più esperta e consapevole di ciò che è in grado di fare.
Mi ritornano alla mente immagini di questo viaggio come spezzoni di una pellicola, ricordo perfettamente l’emozione dell’inizio mista alla tensione delle incognite , mi risuonano le risate scoppiate in aula, rivedo i vari momenti di commozione illuminati dagli occhi lucidi e il caldo mite dei sorrisi sinceri e anche quelli sfuggenti di circostanza.
Di momenti ne abbiamo vissuti tanti, sempre all’insegna della spontaneità e accolti con estrema sincerità, perché anche se si sbaglia bisogna avere il coraggio di aver fiducia nell’altro.
Domenica i saluti sono stati rapidi, a dettare il ritmo sono stati gli orari dei treni e degli aerei da prendere e mentre guardavo tutti andare via, quella malinconia che mi ha accompagnata per tutto il week end ha risuonato forte e chiara. Quei sorrisi grandi e sinceri sono certa che non li scorderò mai, sono stati la vera ricompensa per un viaggio costatomi tanto in termini di sentimenti.
Ora davanti resta “solo” l’esame finale, passaggio obbligato per raccogliere parte di ciò che si è seminato, il resto germoglierà nel tempo.
Presto arriveranno nuovi passeggeri, inesperti e carichi di aspettative, inconsapevoli della magia di cui saranno i protagonisti, della metamorfosi che subiranno loro malgrado. A noi cara barca il privilegio di tenerli per mano con la consapevolezza che oggi abbiamo quando vedranno aprirsi davanti al loro percorso vie ancora poco percorse, affascinanti ma comunque tortuose e non di semplice comprensione ma dalle quali non si torna più quelli di prima.
Se questo fosse il momento opportuno per i ringraziamenti credo che ringrazierei chi ha creduto come me in questo progetto quando agli albori ancora non aveva questa forma, chi mi ha spronato a non mollare tenendomi lucida in momenti di forte emozione, tutti coloro che partecipando hanno permesso la realizzazione, tutto il mio gruppo che dai banchi, al telefono, con sorrisi e abbracci mi ha consolata e sostenuta. Luigi Sacchettino, il faro in mezzo al buio, con il suo sguardo distaccato e sincero ha saputo sempre indicarmi la via più saggia da percorrere.
Attilio Miconi, mai avrei pensato di trovare in te un amico e un collega così solido e presente con il quale trovare un’armonia fin dai primi istanti. Sei stato mio complice in questo viaggio, altri forse ne seguiranno e io non vedo l’ora.
Ora tiro fuori i piedi dall’acqua, ritorno al mio posto e organizzo la seconda edizione!!!