Nel nostro tempo abbiamo modo di osservare e constatare che si sono sviluppati modi diversi di considerare il vivere con un cane.
Alcune persone partono dal presupposto che il cane debba rappresentare un “prolungamento” di loro stessi. Il cane non avrebbe suoi propri bisogni, ma non avrebbe neppure una sua specifica caratteristica caratteriale. Il cane deve essere così come loro vogliono che sia. E’ sufficiente offrirgli un luogo dove stare, meglio se fuori casa, cibo e null’altro. Deve essere ubbidiente e, ovviamente, non manifestare alcunché di soggettivo.
All’estremo opposto osserviamo un comportamento completamente diverso. Il cane è qui visto come un essere “anarcoide”, libero di fare quello che vuole, non ha vincoli di convivenza con l’uomo ma non ha neanche, alcuna relazione specifica con coloro con cui convive. Possiamo affermare che vive in uno stato di “abbandono relazionale”. Liberi, nel bene e nel male, di essere come sono.
Pensiamo che possa essere sostenuta ed affermata una terza via.
Il cane che giunge in una casa entra a far parte di un sistema di relazioni, sia che si tratti di un gruppo sia che si tratti di una famiglia. Vi entra a far parte a pieno titolo, portando con se tutti i suoi bisogni compresi quelli relazionali. Bisogni che si incontreranno, necessariamente, con i bisogni relazionali degli ospitanti.
Questo incontro fra bisogni caratterizzerà quella specifica ed unica relazione che potrà realizzarsi solo se si ricercherà ed individuerà un punto di incontro rispettoso delle reciproche specificità.
Pensiamo che sia necessario porsi nell’ottica di pensare l’incontro con il cane ponendo la priorità sull’accoglienza di un Altro che ha bisogni diversi dai nostri e che, quindi, sarà centrale accoglierli, decodificarli e trovare strategie per offrire soddisfazione ai bisogni.
Tanto più si potrà realizzare una reale convivenza caratterizzata dallo scambio, dalla relazione, quanto più si potranno prevenire i disagi esistenziali dell’uomo e del cane. Pensiamo che non si debbano cercare similitudini o comparazioni ma modi di incontrare ed accompagnare le specificità, apprezzando e godendo dei due diversi modi di stare nel mondo.
Dott. Maurizio Martucci consulente per Libera Accademia Interdisciplinare Cinofila Italiana