Il cane ha bisogno di apprendere cosa fare, quando poter mettere in atto i nuovi insegnamenti e come realizzare, attraverso le nuove competenze, i suoi desideri, i suoi bisogni e le aspettative della sua specie, della sua razza della sua individualità.
Al contrario, disapprendere, significa chiedere al cane di dimenticare i comportamenti pregressi a favore di nuovi comportamenti appresi e di maggior efficacia. Poiché, indirizzati verso il suo benessere sia come individuo, sia in relazione con altri soggetti, umani o cani che siano.
Sembrano concetti del tutto naturali e scontati, se l’umano non li trascurasse. E anziché dare al cane la possibilità di apprendere come comportarsi, concentra tutta la sua attenzione su cosa deve disapprendere e per farlo cerca spesso le vie più “semplici”, come il controllo, l’inibizione, la sottomissione e la dominanza sull’animale.
Attraverso questa breve nota, chiedo a tutte le persone di buon senso (ce ne sono tantissime che a volte sono solo mal indirizzate), che prima di cadere nei consigli degli urlatori in tedesco e proclamatori dell’importanza del «NO!» nell’educazione del cane, concentrino l’attenzione su quanto impegno abbiano messo in campo in nome del «SI!», delle gratifiche e delle lodi.
Urlare o minacciare il cane, attraverso continui «NO!», significa soltanto inibirlo e sottometterlo al nostro volere. Trascurando o disinteressandosi del suo benessere, del suo essere animale senziente, dei suoi bisogni e dei suoi desideri.
Concentrati su cosa vuoi insegnargli, piuttosto che su cosa gli stai inibendo!
Perché se il comportamento che sta esprimendo il tuo cane non è quello che desideri, la colpa molto probabilmente non è sua, ma interrogati se hai prestato abbastanza impegno e dedizione affinché potesse, prima imparare, e poi esprimere, ciò che ritieni essere la cosa più corretta per lui, per te e per voi insieme.
Attilio Miconi